ORDINANZA REG. LOMBARDIA. DICHIARAZIONE ALL'ANSA DEL PRESIDENTE NARDO

22 marzo 2020, News

(ANSA) - MILANO, 22 MAR - "Gli studi legali non possono chiudere del tutto, come gli studi notarili, e credo che l'interpretazione del provvedimento sia senza possibilita' di equivoci, ossia che si possa andare nel proprio studio per gli affari urgenti, ad esempio per ritirare fascicoli urgenti che non sono digitalizzati". Cosi' il presidente dell'Ordine degli Avvocati di Milano, Vinicio Nardo, parlando con l'ANSA, legge la disposizione contenuta nell'ultima ordinanza della Regione Lombardia che ha decretato, tra le altre cose, la chiusura delle "attivita' degli studi professionali salvo quelle relative ai servizi indifferibili ed urgenti o sottoposti a termini di scadenza". "Gli avvocati - chiarisce Nardo - ovviamente ora sono smarriti, impauriti e stanno aspettando anche di conoscere il provvedimento nazionale del Governo sulla chiusura delle attivita'". Un provvedimento che il presidente dell'Ordine dei legali milanesi spera resti in linea con l'ordinanza lombarda che, in pratica, lascia aperta la possibilita' di accedere agli studi limitatamente a quelle pratiche che non possono essere rimandate, anche perche' sottoposte a scadenze improrogabili. 
Le attivita' in tribunale, infatti, seppure a regime sempre piu' ridotto "vanno avanti - spiega ancora Nardo - perche' si tratta chiaramente di un servizio essenziale". La verita', racconta ancora, e' che gia' da settimane, dopo un'attenta lettura complessiva di tutti i provvedimenti sull'emergenza Coronavirus, "noi siamo a tutti a casa a lavorare, i nostri collaboratori anche loro stanno lavorando da casa e se io devo andare in studio ci vado da solo e cosi' i miei colleghi". Cio' che deve rimanere, pero', per non bloccare del tutto le attivita' dei legali, e' la possibilita', che sembra prevista dall'ordinanza della Lombardia, "di autocertificare che, se si sta andando in studio, lo si sta facendo per un'esigenza non differibile" in una professione nella quale, tra l'altro, vige il segreto professionale. In sostanza, gli avvocati, ad esempio, devono poter entrare nei loro uffici per degli accessi informatici che non possono fare da casa per depositi o notifiche urgenti. "Non tutto, infatti - conclude Nardo - si puo' fare telematicamente, sia perche' gli uffici giudiziari non hanno a volte queste capacita', sia perche' gli stessi clienti a volte al massimo hanno un telefonino". Nel settore giustizia, tra l'altro, e specie nel penale, molti procedimenti non sono sospesi in questi giorni, come quelli sulle convalide degli arresti e con misure cautelari, o che coinvolgono i minori o le violenze in famiglia. (ANSA). GRG 22-MAR-20 12:17 NNNN